Il tuo Spirito illumini la nostra mente

Il tuo Spirito illumini la nostra mente,
ci renda attenti alla tua parola,
docili alla tua presenza silenziosa
nella profondità del nostro cuore.
La sua presenza ci riveli la verità delle cose
ciò che è effimero e ciò che è eterno,
ciò che è illusorio e ciò che è permanente,
ciò che è insignificante e ciò che è essenziale.
Trasformaci in realtà di comunione,
liberi da durezze e da intolleranze,
liberi da meschinità e paure.
Donaci, o Signore Gesù, il tuo Santo Spirito,
e in lui trovi pace il nostro cuore inquieto e turbato.
Donaci la gioia del cuore, purificato e pacificato,
in pace con l’intero creato.
O Santo Spirito, rivestici del timore di Dio,
insegnaci che il dono del timore non è la paura,
ma l’umile amore e il rispetto
per la santità del Padre che è nei cieli
e per la sacralità di tutte le sue creature.
Vivifica, o Santo Spirito, la tua Chiesa!
Sia più bella di tutti i sogni,
più bella delle lacrime
di chi visse e morì nella notte per costruirla. Amen

G. Vannucci

L’unica forza atta a sollevare il mondo

Gesù, vorremmo sapere che cosa sia stato per te tornare nel seno del Padre,
tornarci non solo quale Dio,
ma anche quale uomo,
con le mani,
i piedi
e il costato
piagati d’amore.
Sappiamo che cosa è tra noi il distacco da quelli che amiamo:
lo sguardo li segue più a lungo che può…
Il Padre conceda anche a noi,
come agli apostoli,
quella luce che illumina gli occhi del cuore
e che ti fa intuire Presente, per sempre.
Allora potremo fin d’ora gustare la viva speranza
a cui siamo chiamati
e abbracciare con gioia la croce,
sapendo che l’umile amore immolato
è l’unica forza atta a sollevare il mondo.

O mio sposo celeste!

O mio sposo celeste,
Che trionfante al tuo bel Regno ascendi,
Cinto di bianche veste,
E di vago splendor, deh’l mio cor prendi.
Portalo teco in Cielo
Nascosto, chiuso entr’il tuo divin petto,
Acciò si strugga il gelo,
Che lo circonda, e à tè rechi diletto.
E se quivi serrato
Lo terrai nel tuo seno un sol momento,
Come tutto cangiato
Lo vedrò al fin con mio sommo contento.
Piglialo, ò mio thesoro,
Menalo come schiavo incatenato;
Ch’io qui mi struggo, e ploro,
Per desio di vederlo in tale stato.
Questo già ti fè guerra,
Hor che vai trionfante, e con vittoria,
Da questa nostra terra
Alla felice tua perpetua gloria.
Nel tuo trionfo altero,
Il dover vuol, ch’l tuo nemico vada,
Giunto poscia al tuo Impero,
Fallo morir di fuoco, e non di spada.
Il fuoco sia’l tu’amore,
Che lo consumi tutto à poco à poco,
E per il grand’ardore
Non trovi che in te, rifugio e loco.
Si che forzato sia
Andarti sempre e nott’, e dì cercando,
E à ogni altra compagnia,
Che levi da tè, dar tosto bando.
E nel tuo dolce ardore
Qual Salamandra viva, e si nutrisca,
Fin che punto d’amore
Morto affatto à se stesso, à te s’unisca.

venerabile Francesca Farnese monaca clarissa (1593-1651)

Aiutaci a saperci guardare dentro!

Signore Gesù, tu chiedi l’amore
come condizione
per l’inabitazione della Trinità,
l’amore che è adesione alla tua Parola.
Ma come possiamo amarti
se non siamo dentro la logica del tuo amore?
Se non sentiamo in noi il fuoco
di questo amore grande e misterioso
che supera ogni limite
e sa affrontare ogni avversità?
Noi non possiamo produrre tale amore,
possiamo solo accoglierlo come dono.
Aiutaci a saperci guardare dentro,
per scorgere in noi la presenza del tuo amore.

Accettazione

Quello che tu mi dai io l’accetto,
felice, felice di questa offerta inattesa
che mi vien fatta.
Quello che tu mi rifiuti,
lo accetto ancora,
sapendo che sei il padrone dei tuoi beni,
libero di dare come vuoi,
quando vuoi, a chi vuoi.
Dammi soltanto un po’ di volontà,
perché possa affrontare
la lotta d’ogni giorno
e compia serenamente il mio lavoro,
fino in fondo.
Dammi solo un po’ d’intelligenza,
perché io comprenda
tutto quel che fa soffrire gli uomini,
e vada loro incontro,
non per giudicarli né per condannarli,
ma per rispettarli ed aiutarli,
con semplicità, come posso.

Da “Il Libro di Lezard”