PREGARE CON LA PAROLA DI DIO. Corso sul metodo della Lectio Divina

La lectio divina esprime la realtà della Chiesa come creatura Verbi: questa si fonda sulla Parola di Dio, nasce convocata dalla Parola e vive in essa. Nella Parola la Chiesa trova “l’annuncio della sua identità, la grazia della sua conversione, il mandato della sua missione, la fonte della sua profezia, la ragione della sua speranza”

(Sinodo dei Vescovi La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Instrumentum Laboris, 12).

 

Nei giorni 11-13 aprile 2023

A Casa Maris Stella – Congregazione di Gesù Sacerdote (padri Venturini) Via Montorso 1 Loreto AN

Corso tenuto dal biblista fra’ Alfio Lanfranco (frati minori).

 

Due appuntamenti quotidiani: Ore 16,00 e 20,30

Per informazioni telefonare al n. 071/970232

o scrivere a: maris.stella@padriventurini.it

La verità del cuore

Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore (Matteo 5,27-28).
Siamo sinceri: leggere questa parola di Gesù è un po’ come prendere una sportellata in faccia. Soprattutto, se si tiene conto che nel Vangelo di Matteo la si trova nello stesso discorso in cui Gesù pronuncia le beatitudini (cfr. 5,1-12). Suona molto dura e il primo pensiero che viene, almeno a me, è: ma chi si salva, allora?
Sì, perché nessuno di noi credo possa dire che i suoi pensieri non sono mai stati toccati da un desiderio “illecito”. Il punto è il senso del detto: vuole essere colpevolizzante e punitivo, per ingenerare sensi di colpa? Ricordiamo che Gesù aveva appena affermato di non essere venuto ad abolire la Legge, ma per portarla a compimento (cfr. 5,17), il che equivale a svelarne il senso più profondo. In questo caso si tratta, innanzi tutto, di prendere atto della realtà di noi stessi: la nostra capacità di amare è limitata, zoppicante, è soggetta a cadute.
Un comportamento esteriormente irreprensibile non basta, perché dentro di noi c’è sempre altro e le ombre sono inevitabili. Tenendo conto, poi, che l’infedeltà non è solo un fatto sessuale: si può tradire l’altro anche con il lavoro, la carriera, il perseguimento ossessivo e ostinato dei propri obiettivi individuali. Allora, significa che le nostre storie d’amore, le nostre famiglie, le nostre promesse si reggono su delle menzogne? Dipende se intendiamo l’amore come un ideale di perfezione o come (di fatto irraggiungibile) o come una realtà di cui prendersi cura, con la perseveranza di chi apprende un’arte e s’impegna in una costruzione.
Il Vangelo non fa altro che operare una “cardiognosi”: ci fa conoscere la verità del nostro cuore, ci mette davanti a noi stessi. E’ proprio la qualità del cuore, da cui dipende tutta la nostra vita umana e di fede, a essere al centro del discorso:
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Matteo 6,22-23)
Svelare la verità del nostro cuore è il primo passo per educarlo, per accendere luce in esso e alimentarla. Senza false illusioni e senza la pretesa, molto egocentrica, di salvarci da soli. E’ un compito che richiede invece umiltà e capacità di affidamento. Penso si possa leggere nello stesso tempo l’esortazione Amoris laetitia di papa Francesco come indicazione di un percorso di educazione del cuore, di “costante maturazione” (n. 134): 135. Non fanno bene alcune fantasie su un amore idilliaco e perfetto, privato in tal modo di ogni stimolo a crescere. Un’idea celestiale dell’amore terreno dimentica che il meglio è quello che non è stato ancora raggiunto, il vino maturato col tempo. Come hanno ricordato i Vescovi del Cile, «non esistono le famiglie perfette che ci propone la pubblicità ingannevole e consumistica. In esse non passano gli anni, non esistono le malattie, il dolore, la morte […]. La pubblicità consumistica mostra un’illusione che non ha nulla a che vedere con la realtà che devono affrontare giorno per giorno i padri e la madri di famiglia». È più sano accettare con realismo i limiti, le sfide e le imperfezioni, e dare ascolto all’appello a crescere uniti, a far maturare l’amore e a coltivare la solidità dell’unione, accada quel che accada.

(Christian Albini)

Ma io vi dico

Gesù entra nel progetto di Dio non per rifare un codice, ma per rifare il coraggio del cuore, il coraggio del sogno. Agendo su tre leve decisive: la violenza, il desiderio, la sincerità. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, chi nutre rancore è potenzialmente un omicida. Gesù va diritto al movente delle azioni, al laboratorio dove si assemblano i gesti. L’apostolo Giovanni affermerà una cosa enorme: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1 Gv 3,15). Chi non ama, uccide. Il disamore non è solo il mio lento morire, ma è un incubatore di violenza e omicidi. Ma io vi dico: chiunque si adira con il fratello, o gli dice pazzo, o stupido, è sulla linea di Caino… Gesù mostra i primi tre passi verso la morte: l’ira, l’insulto, il disprezzo, tre forme di omicidio.

L’uccisione esteriore viene dalla eliminazione interiore dell’altro. Chi gli dice pazzo sarà destinato al fuoco della Geenna. Geenna non è l’inferno, ma quel vallone alla periferia di Gerusalemme, dove si bruciavano le immondizie della città, da cui saliva perennemente un fumo acre e cattivo. Gesù dice: se tu disprezzi e insulti il fratello tu fai spazzatura della tua vita, la butti nell’immondizia; è ben più di un castigo, è la tua umanità che marcisce e va in fumo. Ascolti queste pagine che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci per contrasto che diventano le più umane, perché Gesù parla solo della vita, con le parole proprie della vita: «Custodisci le mie parole ed esse ti custodiranno» (Prov 4,4), e non finirai nell’immondezzaio della storia.

Avete inteso che fu detto: non commettere adulterio. Ma io vi dico: se guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu desideri una donna; ma: se guardi per desiderare, con atteggiamento predatorio, per conquistare e violare, per sedurre e possedere, se la riduci a un oggetto da prendere o collezionare, tu commetti un reato contro la grandezza di quella persona. Adulterio viene dal verbo a(du)lterare che significa: tu alteri, cambi, falsifichi, manipoli la persona. Le rubi il sogno di Dio. Adulterio non è tanto un reato contro la morale, ma un delitto contro la persona, deturpi il volto alto e puro dell’uomo. Terza leva: Ma io vi dico: Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù va fino in fondo, arriva al divieto della menzogna. Di’ sempre la verità e non servirà più giurare. Non abbiamo bisogno di mostraci diversi da ciò che siamo nell’intimo. Dobbiamo solo curare il nostro cuore, per poi prenderci cura della vita attorno a noi; c’è da guarire il cuore per poi guarire la vita.

(Ermes Ronchi)